Filler words are meaningful

Can’t find the right words? Here are some.

You might expect it to take more than a two-letter word to sink a politician’s credibility. But one did just that for Canada’s prime minister, Justin Trudeau, in June 2016.

With a huge wildfire burning in the province of Alberta, he had been asked about the country’s capacity to cope.

“Uh, certainly, I think we’re, uh, all aware that, uh, uh, a prime minister, uh, showing up at Fort McMurray, when firefighters are busy trying to, uh, uh, contain a massive raging wildfire is, uh, not a particularly helpful thing,” he began.

Trudeau went on to use a total of 50 uhs in a statement lasting little more than a minute.

A video soon went viral, and online commentators were universally scathing. “Canada’s dumbest, uh, Prime Minister” wrote one viewer.

Reading the unedited transcript, you may well have questioned Trudeau’s intelligence yourself.

Surely such hesitation is a sign of sloppy thinking and ineloquence. Weren’t we taught as children to eliminate uhs from our conversation?

Yet the latest research shows that this is an unfounded prejudice. Far from being an inarticulate waste of breath, filler words like um, uh, mmm and huh are essential for efficient communication, sending important signals about the words we are about to say so that two speakers can better understand each other.

Quello che le parole non dicono

Come può un politico vedere naufragare la propria credibilità per colpa di un solo monosillabo?

Sembrerebbe impossibile, eppure è quanto è accaduto al primo ministro canadese, Justin Trudeau, nel giugno 2016, quando gli è stato chiesto se il paese sarebbe stato in grado di fronteggiare l’emergenza causata da un vasto incendio nella provincia di Alberta.

“Ehm… tutti noi, ehm… siamo sicuramente in grado di capire che… ehm… ehm… un primo ministro che… ehm… si presenta a Fort McMurray, mentre i vigili del fuoco sono impegnati a… ehm, ehm… contenere un violento incendio boschivo, non sia… ehm… particolarmente d’aiuto”, ha iniziato.

Trudeau è andato avanti usando qualcosa come cinquanta “ehm” in un’affermazione lunga poco più di un minuto. 

Un video diventato subito virale è stato bersaglio, sui social media, di commenti feroci. “Il Primo Ministro più… ehm… idiota”, ha scritto un utente.

Leggendo la trascrizione originale, si potrebbe dubitare dell’intelligenza stessa di Trudeau. Una tale esitazione è senza dubbio indice di un pensiero disordinato, oltre che di una scarsa eloquenza. Non si dice sempre ai bambini di eliminare tutti quegli “ehm”? 

Eppure, secondo un recente studio, sarebbe un pregiudizio infondato.

Non si tratta di un inutile spreco di fiato ma, al contrario, intercalari quali “mmm”, “ehm” e “mah” sono fondamentali per una comunicazione efficace in quanto danno indicazioni importanti sulle parole che stiamo per pronunciare, migliorando la comprensione tra gli interlocutori. 

(traduzione mia)

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Pubblicato da Vanessa Bruno

Traduttrice

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